Ti capita, la mattina alzandoti dal letto o dopo una lunga camminata di sentire dolore sotto la pianta del piede? Questo sintomo potrebbe essere causato dall’“infiammazione” della fascia plantare, una condizione clinica molto comune in persone che praticano sport di corsa o camminate di molti chilometri, tanto al livello agonistico quanto amatoriale. Talvolta si manifesta anche, a chi, per ragioni lavorative utilizza scarpe con una suola rigida, come le calzature antinfortunistiche o con un tacco alto e la punta stretta.

La cosiddetta fascia plantare è costituita da un legamento che prende il nome di legamento arcuato che collega il tallone con le dita dei piedi e oltre a proteggere le strutture limitrofe svolge un ruolo molto importante nella distribuzione del peso sotto la pianta del piede assorbendo le sollecitazioni di carico.

La patologia si manifesta con un sintomo tipico ovvero il dolore sotto al tallone che si presenta sotto carico, quindi appoggiando il piede a terra, soprattutto nelle prime ore del mattino o dopo un periodo di riposo. Ma il sintomo si può presentare anche successivamente un allenamento o all’attività fisica.

Ma è corretto parlare di “fascite”? Da sempre si è pensato che la fascite fosse una patologia infiammatoria in realtà questo non è corretto in quanto, studi più recenti, hanno dimostrato che la fascia plantare, in queste condizioni, non risulta tanto irritata o infiammata piuttosto degenerata e quindi rovinata. Pertanto sarebbe dal punto di vista tecnico più corretto parlare di fasciosi plantare piuttosto che di fascite.

Ma quindi? Come si interviene? Nella maggior parte dei casi l’approccio conservativo rappresenta la strategia migliore per trattare questa condizione. In fisioterapia si interviene con terapie strumentali per alleviare la sintomatologia dolorosa e parallelamente si esegue una rieducazione del cammino e della postura per lavorare sulle cause scatenanti la patologia e prevenire una recidiva.